Cosa è un amplificatore operazionale?
L’amplificatore operazionale (detto anche opamp) è un componente elettronico analogico a stato solido capace, come dice anche il suo nome, di amplificare un segnale elettrico. È definito operazionale perché è in grado di svolgere alcune operazioni matematiche in maniera totalmente analogica su segnali elettrici. Le operazioni generalmente possibili sono la somma, la sottrazione, la derivazione e l’integrazione, il logaritmo etc etc.
È anche parte fondamentale dei filtri attivi passa-basso, passa-alto, passa-banda, notch etc etc.
È dotato di due ingressi, uno invertente (indicato col segno -) e uno non invertente (indicato col segno +), e di una uscita. Viene alimentato, in genere, con una tensione duale (di solito indicata coi segni V+ e V–).
Nel caso il segnale entri attraverso l’ingresso non invertente, il segnale di uscita si trova con la stessa fase del segnale di ingresso. Se invece il segnale entra nell’ingresso invertente, il segnale di uscita sarà in opposizione di fase (sfasato cioè di 180 gradi) rispetto al segnale in ingresso.
Un amplificatore invertente è, quindi, un amplifcatore operazionale il cui ingresso non invertente è collegato a massa mentre quello invertente è collegato alla sorgente di ingresso VINPUT.
Questo circuito prende il segnale al morsetto INPUT e lo ripropone in OUTPUT amplificato (cioè moltiplicato per un valore chiamato guadagno che indicheremo col simbolo G).
Quindi, in formula, abbiamo che:
VOUTPUT = G * VINPUT
Abbiamo detto che questo amplificatore inverte la fase del segnale di uscita rispetto alla fase del segnale in ingresso (i due segnali sono sfasati di 180°). Questo significa che il valore di G è negativo. Se per esempio il segnale in ingresso fosse amplificato di 10 volte, avremmo che G = -10 [V/V] e quindi:
VOUTPUT = -10 * VINPUT
Se, per esempio, il segnale VINPUT = 1V avremmo che VOUTPUT = -10 V mentre con VINPUT = -1 V avremmo VOUTPUT = 10 V.
In pratica il segnale in uscita è dato dal segnale di ingresso ingrandito di 10 volte e ribaltato.
NOTA: il guadagno, essendo il rapporto tra due tensioni
G = VOUTPUT / VINPUT
è espresso da un numero puro. Possiamo comunque esprimerlo, alternativamente, con la notazione [V/V] (che è sempre un numero puro).
Come si imposta il guadagno dell’amplificatore invertente?
Il guadagno è facilmente determinato a partire dai valori delle due resistenze R1 e R2. In particolare abbiamo che il guadagno, in valore assoluto, è dato da:
|G| = R2 / R1
Quindi, se avessimo R1 = 1 kΩ e R2 = 10 KΩ, avremmo che |G| = 10.
Considerando lo sfasamento di 180° abbiamo che
G = -R2 / R1
Con i valori dell’esempio precedente abbiamo che G = -10 [V/V].
Detto in altre parole:
VOUTPUT = -(R2 / R1) * VINPUT
cioè:
VOUTPUT = -10 * VINPUT
Il guadagno può essere anche espresso in dB (decibel) secondo la relazione:
GdB = 20 * log(|G|) = 20 * log(|-R2 / R1|) = 20 * log (R2 / R1)
Per esempio, se R1 e R2 fossero da 1 kΩ e 10 kΩ rispettivamente, si avrebbe G = -10 [V/V] e GdB = 20 dB. Se R1 e R2 fossero da 2 kΩ e 15 kΩ rispettivamente, si avrebbe G = -7.5 [V/V] e GdB = 17.5 dB.
Volendo simulare il circuito, si può ricorrere al ben noto software LTspice che anche noi abbiamo abbondantemente utilizzato col nostro amplificatore.
Prima di tutto disegniamo lo schematico e poi lo simuliamo (nel dominio del tempo e nel dominio della frequenza):
Vogliamo determinare il guadagno dell’amplificatore in funzione del valore di R2.
Nel nostro schema è presente una direttiva SPICE (.step param R 1k 10k 1k) che fa in modo che la simulazione venga effettuata per vari valori di R2. La resistenza R2 quindi assumerà il valore iniziale di 1 kΩ e verrà incrementata di 1 kΩ per ogni step fino a raggiungere il valore massimo di 10 kΩ. Se eseguiamo la simulazione nel dominio della frequenza possiamo osservare che il guadagno GdB varia in funzione del valore di R2:
- R1 = 1KΩ, R2 = 1KΩ, |G| = 1, GdB = 0 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.1 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 2KΩ, |G| = 2, GdB = 6 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.2 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 3KΩ, |G| = 3, GdB = 9.54 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.3 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 4KΩ, |G| = 4, GdB = 12 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.4 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 5KΩ, |G| = 5, GdB = 14 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.5 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 6KΩ, |G| = 6, GdB = 15.6 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.6 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 7KΩ, |G| = 7, GdB = 16.9 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.7 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 8KΩ, |G| = 8, GdB = 18 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.8 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 9KΩ, |G| = 9, GdB = 19.1 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 0.9 V
- R1 = 1KΩ, R2 = 10KΩ, |G| = 10, GdB = 20 dB, Vin-picco = 0.1 V, Vout-picco = 1 V
Facendo la simulazione vediamo come il guadagno varia ad ogni step:
Nell’immagine sotto si possono osservare le variazioni di VOUTPUT al variare del guadagno G (a sua volta funzione di R2):
Proviamo ora a realizzare un semplice prototipo di amplificatore con guadagno fisso. Se prendiamo R1 ed R2 uguali a 1 kΩ e Rd uguale a 4.7 kΩ il guadagno sarà pari a G = – (R2 + Rd)/R1 = -5.7 [V/V] (15.12 dB):
Di che componenti abbiamo bisogno?
Realizzazione del prototipo
Proviamo ora a realizzare il circuito su breadboard seguendo lo schema Fritzing sottostante:
I due resistori da 47kΩ dividono la tensione di alimentazione (9V) in modo da creare una massa virtuale. Quindi la giunzione dei due resistori è la massa del circuito mentre le due alimentazioni duali saranno V+ = 4.5V e V– = -4.5V rispetto alla massa virtuale.
Ecco come appare il nostro prototipo:
L’immagine sotto mostra il segnale di ingresso in celeste (con un valore di picco pari a 0.42V) e il segnale di uscita in giallo (con un valore di picco pari a 2.32V). Il valore assoluto del guadagno è quindi pari a 2.32V/0.42V = 5.52 [V/V]. Dall’immagine si può anche notare come i due segnali siano sfasati di 180° (sono cioè in opposizione di fase) proprio perchè si tratta di un amplificatore invertente (che inverte la fase del segnale di uscita rispetto a quella del segnale di ingresso):
Ora sostituiamo il resistore Rd col nostro potenziometro digitale.
Per maggiori informazioni su come controllare un potenziometro digitale tramite Arduino, vi invitiamo a dare un’occhiata al nostro articolo Come controllare un potenziometro digitale con Arduino UNO
Colleghiamo ora il nostro circuito come mostrato nella figura sottostante:
In questo caso abbiamo due alimentazioni separate: quella duale per l’operazionale che abbiamo visto prima e quella a 5V proveniente da Arduino per alimentare il potenziometro digitale.
La massa virtuale dell’operazionale e la massa di Arduino coincidono.
Lo sketch
Potete scaricare il codice dal link qua sotto:
test opamp potenziometro digitale
Per il primo test impostiamo il valore di Rd a 4.7 kΩ quindi la funzione loop dello sketch dovrebbe essere così:
void loop() {
int i = 128; // R = 4700 Ω
spi_out(CS_signal, cmd_byte2, i);
}
In questo caso la resistenza è sempre costantemente impostata a 4.7 kΩ quindi il guadagno non varia.
Carichiamo lo sketch su Arduino, mettiamo in ingresso all’amplificatore un segnale sinusoidale (ampiezza 0.4 – 0.5 V, f = 1 khz) e misuriamo l’output.
Nel nostro circuito di test abbiamo questa situazione: valore di picco del segnale di ingresso 0.4V con f = 1khz, valore di picco del segnale in uscita 2.24V. Il guadagno è quindi pari a 5.6V/V.
Ora proviamo a cambiare dinamicamente il guadagno dell’amplificatore, alternando tra due valori di Rd (4.7 kΩ e 9 kΩ) quindi la funzione loop dello sketch dovrebbe apparire così:
void loop() {
int i = 128; // R = 4700 Ω
spi_out(CS_signal, cmd_byte2, i);
Serial.print("value i = ");
Serial.print(i);
Serial.println(" R = 4700 Ω");
delay(5000);
i = 0; // R = 9000 Ω
spi_out(CS_signal, cmd_byte2, i);
Serial.print("value i = ");
Serial.print(i);
Serial.println(" R = 9000 Ω");
delay(5000);
}
Nel video sotto si può osservare il risultato del test:
ll guadagno varia tra 5.4 (corrispondente a Rd = 4.7 kΩ) e 9 (corrispondente a Rd = 9 kΩ).
Nel video sotto possiamo vedere come varia il valore di Rd misurato con un multimetro digitale (senza l’operazionale):
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